Nel mondo delle inserzioni pubblicitarie l’audio sta assumendo sempre più importanza anche nel nostro Paese attraversando una vera e propria trasformazione digitale. Proprio quest’anno c’è stato il boom dei social audio e anche Facebook, di recente, ha annunciato il possibile arrivo di quattro nuovi prodotti audio, di cui uno di questi prevede la collaborazione con Spotify, il colosso svedese di streaming audio.
Spotify ha saputo anticipare il trend e alla fine dello scorso mese di marzo ha lanciato “Ad Studio”, una nuova piattaforma di Spotify Advertising che crea inserzioni audio in modo semplice e veloce, individua il target grazie alla sua streaming intelligence e ne misura i risultati con immediatezza.
Siamo felici di comunicare che mercoledì 14 aprile il nostro CEO Francesco Di Norcia ha partecipato alla presentazione italiana di “Ad Studio” e ha avuto il piacere di provarla prima del lancio, contribuendo allo sviluppo della piattaforma con consigli volti a migliorare l’esperienza degli inserzionisti e degli ascoltatori.
Il confronto fra Francesco e Alberto Mazzieri, direttore delle vendite di Spotify Italia, ha avuto come focus principale il ruolo chiave che assumerà Spotify nelle strategie marketing e i diversi benefici che la nuova piattaforma porterà agli inserzionisti quali:
- raggiungere l’utente nel più breve tempo possibile;
- avere piena conoscenza del target in streaming audio;
- semplificare l’impostazione di una campagna e l’ottimizzazione del budget grazie alla dashboard intuitiva e funzionale;
- ottenere dati misurabili nell’immediato.
Concludiamo richiamando le parole di Francesco di Norcia che, al quesito di Alberto Mazzieri circa il futuro della rivoluzione audio di Spotify, ha così risposto:
“Dal punto di vista del placement audio sarà molto interessante vedere l’evoluzione dei podcast come rivoluzione del mercato pubblicitario visto che l’audience va sempre di più in una contestualità e rilevanza del messaggio pubblicitario rispetto al contenuto che stanno ascoltando, che esso sia una canzone o un podcast. Sarà interessante vedere l’evoluzione dei podcast creati in maniera pubblicitaria ma in realtà mascherati come contenuto pubblicitario. Sarà interessante anche vedere come sarà l’evoluzione della piattaforma per creare annunci editoriali che possano essere contestuali rispetto ai podcast che gli utenti andranno ad ascoltare.”