Flessibilità, tecnologia e responsabilità: tre parole chiave che racchiudono perfettamente il concetto di smart working.
La gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19 ha costretto le aziende ad applicare questa nuova realtà per tutelare la salute dei propri dipendenti senza interrompere bruscamente le attività.
Ma cosa intendiamo con smart working? Scopriamolo insieme.
Smart working: un nuovo modo di lavorare
Lo smart working, definito anche lavoro agile, è una filosofia manageriale, un innovativo modo di collaborare in cui i dipendenti acquisiscono totale autonomia durante la giornata lavorativa.
Si basa su tre pilastri fondamentali:
- revisione della cultura organizzativa;
- responsabilità ben definite;
- tecnologie digitali a disposizione del team
Secondo una ricerca condotta dal Politecnico di Milano*, nel 2019 gli smart worker sono cresciuti del 20% arrivando a 570mila persone.
In particolar modo questi progetti sono avvenuti principalmente per il 58% nelle grandi imprese, il 12% nelle PMI (piccole e medie imprese) e il 16% nelle PA (pubblica amministrazione).
Dopo il Decreto del 25 febbraio 2020, per cercare di bloccare i contagi, il lavoro agile è aumentato in modo esponenziale: in Lombardia quasi 2 milioni di lavoratori si sono organizzati per svolgere il proprio lavoro da casa.
Anche Bergamo, epicentro dell’emergenza Coronavirus, è dovuta correre ai ripari. Secondo i dati pubblicati da Cisl**, sono più di 140 mila a lavorare da casa di cui 127.072 dipendenti, 8.773 dirigenti e 2.610 manager.
I nostri consigli per organizzare lo smart working in una situazione di emergenza
Purtroppo non tutte le aziende avevano sperimentato questa nuova concezione di lavoro.
L’emergenza ha costretto tutte le imprese a riadattarsi in un lasso di tempo brevissimo.
Ecco i nostri consigli per organizzare al meglio il lavoro e sfruttare a proprio vantaggio questa situazione.
Fonti:
* Digital innovation della School of Management del Politecnico di Milano, www.osservatori.net;
** L’eco di Bergamo, www.ecodibergamo.it